Cos’è l’ecocardiogramma fetale?

A cosa serve?

L’ecocardiogramma fetale è una metodica ecocardiografica eseguita mediante approccio transaddominale (la sonda ecocardiografica viene appoggiata sull’addome della madre) e viene adoperata nel secondo trimestre di gravidanza come procedura di screening per la diagnosi precoce delle cardiopatie congenite nel feto. Viene eseguita presso laboratori di ecocardiografia di 3° livello da operatori esperti. L’incidenza delle cardiopatie congenite si aggira intorno all’8-10/1000 nati vivi. Con il miglioramento della tecnologia è possibile diagnosticare precocemente la maggior parte delle cardiopatie congenite prima della nascita. Il counseling (colloquio informativo) delle cardiopatie congenite in epoca fetale è parte integrante dell’esame e devono essere coinvolti sempre il ginecologo e il cardiologo pediatra. Infatti, una diagnosi di cardiopatia congenita complessa associata ad altre malformazioni che compromettano la sopravvivenza del feto, se avviene prima della 23° settimana di gestazione, può comportare la decisione di interrompere volontariamente la gravidanza.

Come viene eseguito?

L’ecocardiogramma fetale viene eseguito con la madre stesa sul lettino ecocardiografico in posizione supina e confortevole. La sonda ecocardiografica viene appoggiata sull’addome della gestante in determinati punti in base alla posizione del feto in utero, allo scopo di studiarne al meglio il cuore. L’esame può essere eseguito a partire dalla 18° settimana di gestazione; il tempo ottimale di esecuzione è tra la 22° e la 26° settimana. L’ecocardiogramma fetale adopera tutte le tecniche disponibili per un esame ecocardiografico transtoracico standard (monodimensionale, bidimensionale, Doppler pulsato, Doppler continuo, colorDoppler). Lo studio si esegue inizialmente con approccio ecocardiografico bidimensionale, utilizzando alcune proiezioni standard utili ad identificare le strutture anatomiche del cuore fetale. Allo studio anatomico segue lo studio funzionale dei flussi ematici mediante metodica colorDoppler. Con questa metodica si studiano i flussi all’interno del cuore, nei grossi vasi ed il flusso artero-venoso nel cordone ombelicale. L’integrazione delle informazioni anatomiche e funzionali permette di studiare al meglio le connessioni tra le varie strutture cardiache, le loro caratteristiche morfologiche e la loro funzione. E’ possibile, inoltre, con le misurazioni monodimensionali, confrontare i valori ottenuti nell’esame con quelli riportati nelle tabelle di riferimento ottenendo informazioni relative all’età gestazionale. Allo stesso tempo l’ecocardiogramma fetale può essere utile nella diagnosi e nella gestione di alcune aritmie cardiache fetali. Le indicazioni materne ad eseguire un ecocardiogramma fetale comprendono la familiarità per cardiopatie congenite, le malattie autoimmuni o infettive in gravidanza, il diabete mellito, l’assunzione di farmaci teratogeni. Le indicazioni fetali sono il sospetto di cardiopatia congenita all’ecografia transvaginale, l’idrope non immunologico, le anomalie cromosomiche ed extracardiache, la gemellarità monocoriale, l’arteria ombelicale singola, l’impiego di tecniche per la fecondazione assistita. In caso di riscontro di cardiopatie congenite complesse è indicato ripetere l’esame una volta al mese ed anticipare il parto in caso di comparsa di segni di scompenso cardiaco.

Può avere effetti collaterali? C’è bisogno di consenso informato?

L’ecocardiogramma fetale è una metodica sicura sia per la madre che per il feto, in quanto è stato provato che gli ultrasuoni non provocano effetti biologici significativi sui tessuti umani ed in particolare sugli organi in evoluzione del feto. Pertanto la sua esecuzione non necessita di consenso informato.

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